Il Torrone: origine e curiosità su uno dei dolci italiani più noti al mondo
Ogni dolce della tradizione italiana è legato indissolubilmente anche ad una festa o ad un momento speciale della nostra vita. Il Torrone, ad esempio, è uno di quei dolci che non può mancare sulle tavole del Natale, anche se localmente si lega spesso ad altre festività, soprattutto estive.
Si tratta di una specialità dolciaria tanto semplice quanto antica e diffusa, e della quale non è facile tracciare le sue origini senza fare riferimenti a campanilismi vari.
Il Torrone: origine, etimologia, evoluzione
Il Torrone è preparato con albume d’uovo, zucchero, miele e frutta secca tostata (mandorle, nocciole, noci, arachidi). Ingredienti semplici e facilmente reperibili un po’ ovunque, e per tale motivo si tratta di un dolce molto diffuso sin dall’antichità, non solo in Italia.
Nel Beneventano si fa riferimento al torrone già nell’epoca sannita (I millennio a.C.), dove tribù denominate irpini usavano consumarlo anche quotidianamente. Nel periodo romano furono alcuni storici (tra cui Tito Livio) a farne riferimento nei loro scritti.
Etimologia
In spagnolo è denominato turron, in Sardegna turroni, termine che deriverebbe dal latino torrere, in riferimento alla tostatura della frutta secca. Tuttavia, secondo alcuni studiosi il torrone sarebbe molto simile ad un dolce denominato dagli arabi turun, e pertanto farebbero risalire anche l’origine del nome a queste popolazioni.
Mentre, secondo i cremonesi il termine deriva dal Torrazzo di Cremona. La tradizione locale infatti attribuisce l’origine del nome al dolce preparato in occasione delle nozze tra Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti (1441). Al dolce venne data una forma che riproduceva la torre campanaria della città, da qui il termine torrone.
Evoluzione
Vi sono numerosi documenti storici che testimoniano la fiorente produzione del torrone in Italia e in Spagna, soprattutto a partire dal Rinascimento. Nella città toscana di Siena, il torrone è prodotto in dischi denominati tutt’oggi copate.
Ma la svolta si ha verso la metà dell’Ottocento, quando si passa da una produzione pressoché casalinga a quella professionale. Nascono così le botteghe artigianali che lo commercializzano avvolto in carta o confezionato in astucci. Tra la fine del ‘800 e primi del ‘900 alcune ditte del beneventano si consorziarono per sostenere e dare impulso ad un settore in forte espansione.
Varietà di Torrone
Oggi il Torrone è prodotto a livello industriale un po’ ovunque in Italia. Come ogni prodotto tipico ha le sue varianti locali che differiscono per l’aggiunta di qualche ingrediente o per il tipo di lavorazione.
In particolare, possiamo suddividere il Torrone in due tipologie principali.
- Torrone duro o friabile. Necessita di una cottura più lunga, anche sino a 12 ore.
- Torrone morbido. Ha una cottura più breve, che difficilmente supera le 2 ore, conferendo all’impasto una maggiore umidità.
Esistono poi diverse varianti locali, le quali si differenziano per il diverso utilizzo degli ingredienti e il rapporto tra loro.
Varietà locali
- Torrone aquilano. Noto anche come Torrone Nurzia (azienda che lo produce all’Aquila dall’800), è una variante morbida che prevede l’utilizzo di nocciole e l’aggiunta di cacao, aromatizzato alla vaniglia. Si tratta di un’eccellenza italiana inserita tra i PAT (Prodotti Agroalimentari Tradizionali).
- Torrone di Cremona. La città è sede di alcune industrie dolciarie che rappresentano i brand più noti del settore (come la Sperlari).
- Torrone piemontese. Prevede l’utilizzo delle nocciole.
- Torrone sardo. Le prime notizie scritte risalgono al 1600, ma com’è logico intuire si presume che la produzione locale risalga a molto tempo prima. Il Torrone sardo si differenzia per l’uso esclusivo del miele (che da queste parti si caratterizza per l’aroma di macchia mediterranea), senza l’aggiunta di zucchero. La colorazione infatti tende più all’avorio che al bianco.
- Torrone siciliano. Noto localmente come Cubaita, si differenzia per l’utilizzo dei pistacchi aggiunti alle mandorle.
Esistono poi decine di varianti che nel tempo sono divenute delle vere e proprie eccellenze locali, spesso nate grazie alla fortunata intuizione di imprenditori innovatori. Molte di queste varianti hanno avuto anche riconoscimenti come Prodotti Agroalimentari Tradizionali italiani (PAT).
Produzione attuale
Le moderne esigenze dei consumatori, legate spesso a gusti e a stili di vita totalmente diversi rispetto a qualche secolo fa, impongono la continua ricerca e lo sviluppo di nuovi prodotti. In questo modo le aziende sono in grado di mantenere vivo l’interesse verso i loro prodotti e di guadagnare nuove fette di mercato. Nascono così sfiziosi torroni, variamente aromatizzati, ricoperti di cioccolato o creme, e suddivisi già in monoporzioni.
A fianco alla produzione industriale, negli ultimi anni sta avendo sempre più rilevanza l’offerta artigianale. Si tratta di prodotti provenienti da filiera controllata, realizzati con ingredienti genuini e lavorati prevalentemente a mano. Sono in effetti piccole realtà che mantenendo bassi i quantitativi produttivi riescono a realizzare prodotti di alta qualità.
Ne è un esempio il Torrone Croccantino di San Marco dei Cavoti, specialità dolciaria in barrette ricoperte di un sottile strato di cioccolato fondente. Si tratta di un prodotto che trae origine dalla produzione tradizionale del borgo beneventano, ma che si presta ad un consumo contemporaneo. Ideale anche per uno spuntino goloso fuori casa.
Il Torrone in cucina
Se si vuole creare un dessert originale, con l’aggiunta dell’inconfondibile gusto del torrone possiamo arricchire dolci da forno, creme o gelati, e renderli particolarmente sfiziosi.
Per creare una crema di torrone sarà sufficiente tagliarlo a pezzi e metterlo a fondere in un pentolino antiaderente a fuoco lento. Potrai poi utilizzarlo per farcire torte, integrare creme, e tutti gli usi che la tua fantasia ti consiglia.
Mentre, se preferisci mantenere la tipica friabilità, e vorresti utilizzarlo per guarnire ad esempio un gelato, puoi procedere come segue. Metti in freezer una barretta di torrone per circa 20-30 minuti. Una volta congelato pestalo con l’ausilio di un batticarne, avrai così ottenuto una granella che puoi spargere sul gelato, su una torta, su dei muffin, ecc..
Valori nutrizionali
Pur essendo la presenza di zuccheri molto importante, c’è da valutare che oltre all’importante apporto calorico, il torrone ha anche dei valori nutrizionali da non sottovalutare.
Innanzitutto, non contiene il tuorlo dell’uovo, pertanto è meno calorico di altri dolci. Inoltre, la presenza del miele e della frutta secca conferiscono al torrone i caratteristici benefici, che variano in base agli ingredienti utilizzati.
Abbinamenti
Per concludere, consigliamo la degustazione del torrone abbinato ad un liquore ratafià o, in alternativa, ad un vino passito.